IAQ (INDOOR AIR QUALITY) e rischi connessi alla vita in ufficio
Gli impianti VMC sono una risorsa preziosa per la salute e l’efficienza negli ambienti di lavoro, perché garantiscono ricambio d’aria e filtrazione continui. La pandemia, infatti, ha portato in primo piano il tema della qualità dell’aria, non solo a casa ma anche in ufficio, dove la maggior parte delle persone trascorre fino al 90% del proprio tempo. L’aria degli ambienti confinati, purtroppo, spesso risulta avere livelli di inquinamento superiori rispetto a quella esterna e può rappresentare un rischio per il benessere dei lavoratori da non sottovalutare.

Qualità dell’aria indoor e ambienti di lavoro
Uno studio condotto dalla Harvard TH Chan School of Public Health di Boston in collaborazione con la SUNY Upstate Medical University di Syracuse (USA) ha esaminato il rapporto tra la qualità dell’aria interna degli uffici (e più in generale degli ambienti di lavoro) e il benessere e la produttività dei lavoratori.
La ricerca ha dimostrato che vivere e lavorare in ambienti salubri:
- influenza le capacità cognitive e produttive degli occupanti;
- l’aumento di produttività del personale compensa il maggior dispendio energetico.
La pandemia ha risvegliato una nuova consapevolezza nei confronti della IAQ che respiriamo negli ambienti confinati che spesso è più inquinata di quella esterna. Il tema è di scottante attualità ed interessa lavoratori, addetti alla sicurezza, medici del lavoro, imprenditori, manager, igienisti industriali e RSPP poiché rientra tra i rischi sul lavoro in ufficio.
Cosa respira chi lavora in ufficio?
Lo IAQ (Indoor Air Quality) è l’indice di qualità dell’aria interna: ne misura la salubrità e il comfort in relazione agli occupanti. Se parliamo di ambienti di lavoro, l’indice si focalizza sul benessere lavorativo.
Si tratta di un benessere termico risultante dal monitoraggio della qualità dell’aria negli uffici e spesso dipende molto dal ricambio d’aria negli uffici stessi.
È un aspetto da non sottovalutare dal punto di vista dell’igiene del lavoro poiché ormai sappiamo che gli inquinanti sono molto dannosi e spesso “invisibili”.
Si parla poco del tema ventilazione, la sua conoscenza non è ancora diffusa: molte persone non hanno ancora chiaro che è necessario mettere in sicurezza l’aria che respiriamo negli ambienti confinati.
Perché la qualità dell'aria interna è importante?
La qualità dell’aria interna preoccupa aziende e dipendenti perché influisce sulla salute, il comfort, il benessere e la produttività degli occupanti l’edificio. La maggior parte delle persone ormai trascorre fino al 90% del proprio tempo al chiuso e la maggioranza dei dipendenti trascorre in ufficio la totalità delle ore di lavoro.
Il problema sorge poiché tutti gli studi in materia dimostrano che gli ambienti confinati spesso presentano livelli di inquinanti superiori ai livelli che si trovano all’esterno.
Gli inquinanti presenti negli ambienti confinati possono aumentare il rischio di malattie: l’inquinamento dell’aria interna diventa quindi un problema di salute ambientale. Sebbene la maggior parte degli edifici non presenti gravi problemi di qualità dell’aria interna, anche gli edifici ben gestiti possono talvolta sperimentare episodi di scarsa salubrità dell’aria indoor.
Considerando che in linea generale la qualità dell’aria esterna sta peggiorando, una migliore qualità di quella interna può comportare una maggiore produttività e un minor numero di giorni lavorativi persi. Per contro l’aria interna malsana può costare all’economia del Paese decine di miliardi di euro/anno in perdita di produttività e spese mediche.
Controllo qualità dell’aria indoor
Ogni buon programma di controllo della qualità dell’aria interna ha l’obiettivo di ridurre al minimo l’esposizione delle persone agli agenti inquinanti.
Le principali categorie di inquinanti includono:
Contaminanti biologici
Concentrazioni eccessive di batteri, virus, funghi (muffe comprese), allergeni degli acari della polvere, peli di animali e pollini che possono derivare da scarsa manutenzione e pulizia inadeguata; oltre a fuoriuscite d’acqua, insufficiente controllo dell’umidità, condensa e infiltrazioni.
In alcuni casi sono gli occupanti stessi ad introdurli involontariamente nell’ambiente.
La risposta allergica all’esposizione agli inquinanti biologici interni è molto alta e può favorire l’insorgere di malattie dell’apparato respiratorio.
Inquinanti chimici
Fumo di tabacco, emissioni dei prodotti utilizzati nell’edificio (ad es. apparecchiature per ufficio, mobili, rivestimenti per pareti e pavimenti e prodotti per la pulizia e di consumo), fuoriuscita accidentale di sostanze chimiche e gas come monossido di carbonio e biossido di azoto, che sono prodotti di combustione costituiscono le principali fonti inquinanti chimiche.
Particelle
Le particelle sono sostanze solide o liquide talmente leggere da restare sospese nell’aria: quelle più grandi riusciamo a vederle quando una stanza è attraversata dai raggi solari, quelle più piccole (e più pericolose per la salute come il COVID19 o il PM 2,5) invece non sono visibili ad occhio nudo.
Particelle di polvere, sporco o altre sostanze possono anche essere prodotte da attività che si svolgono negli edifici, come la levigatura del legno o del muro a secco, o più semplicemente dall’uso delle attrezzature da ufficio (computer, stampanti, fotocopiatrici) e dal fumo.
Altri inquinanti interni
Tra gli inquinanti atmosferici interni che influiscono sul benessere degli occupanti, destano preoccupazione soprattutto:
- il radon
- il monossido di carbonio
- il fumo di tabacco
poiché l’esposizione a livelli elevati di tali inquinanti per lunghi periodi di tempo aumenta il rischio di malattie gravi e pericolose per la vita, come il cancro ai polmoni.
L’esposizione a livelli molto elevati di monossido di carbonio porta addirittura alla morte in pochi minuti.
Alcuni inquinanti possono causare problemi di salute sia a breve che a lungo termine. L’esposizione prolungata al fumo di tabacco ambientale può causare il cancro ai polmoni e le esposizioni a breve termine possono provocare irritazione e problemi respiratori significativi ad alcune persone.
La risposta – si sa- è sempre personale: individui esposti agli stessi contaminanti a concentrazioni simili possono reagire in modo molto diverso.
Ad esempio, alcune persone possono sviluppare gravi reazioni allergiche a contaminanti biologici a cui altre persone non reagiranno affatto. Allo stesso modo, l’esposizione a livelli molto bassi di sostanze chimiche può essere irritante per alcune persone, ma non per altre. Chi soffre di asma e altri disturbi preesistenti, risentirà in modo più grave di altri all’esposizione a sostanze irritanti come fumo di tabacco ambientale o gas o particelle provenienti da varie fonti interne.
Per le persone più fragili gli ambienti confinati inquinati possono quasi diventare delle camere a gas.
Ritirata la UNI 10339, ora il riferimento è la UNI EN 16798
Ritirata senza sostituzione la precedente normativa UNI 10339, in vigore fino al luglio del 2024, ora il punto di riferimento in tema di impianti aeraulici è contenuto nel gruppo di norme UNI EN 16798, che prevede inoltre una serie di rapporti tecnici di accompagnamento per fornire approfondimenti, maggiori descrizioni ed esempi di applicazione.
In particolare, la norma UNI EN 16798-1:2019 fornisce le linee guida fondamentali per la progettazione e la valutazione delle prestazioni energetiche degli edifici, con particolare attenzione alla qualità dell’aria interna (IAQ), al comfort termico, all’illuminazione e all’acustica. Questa norma è parte integrante del pacchetto di standard europei EPB (Energy Performance of Buildings).
In ambito di impianti aeraulici, la UNI EN 16798-1:2019 stabilisce i parametri di ingresso per la progettazione dei sistemi di ventilazione, riscaldamento, raffrescamento e illuminazione, al fine di garantire un ambiente interno salubre e confortevole. La norma definisce criteri per:
- Qualità dell’aria interna (IAQ): determinazione delle portate d’aria necessarie per diluire gli inquinanti interni e mantenere livelli accettabili di CO₂ e altri contaminanti.
- Comfort termico: specifica dei valori di temperatura operativa, velocità dell’aria, umidità relativa e altri parametri per assicurare il benessere degli occupanti.
- Illuminazione e acustica: indicazioni sui livelli di illuminamento e sui requisiti acustici per diverse tipologie di ambienti.
La norma introduce anche categorie di qualità dell’ambiente interno (IEQ) che aiutano i progettisti a definire obiettivi specifici in base all’uso dell’edificio e alle esigenze degli occupanti.
Ricambio aria uffici: cosa cambia dopo la UNI 10339, con la UNI EN 16798
La UNI EN 16798-1:2019 ha un impatto diretto sulla progettazione della ventilazione negli edifici pubblici e negli ambienti condivisi. Vediamo come e perché.
Obiettivo principale della norma è garantire che gli ambienti chiusi:
- abbiano una qualità dell’aria interna (IAQ) adeguata
- siano confortevoli per gli occupanti
- rispettino criteri di efficienza energetica e salubrità.
Di fatto, il passaggio dalla UNI 10339:1995 alla UNI EN 16798-1:2019 rappresenta un cambiamento profondo e strutturale nella progettazione degli impianti di ventilazione, soprattutto in ambienti condivisi come uffici, scuole, studi e spazi pubblici.
UNI EN 16798 vs UNI 10339: cosa cambia nella ventilazione?
1. Da prescrittiva a prestazionale
UNI 10339:1995 | UNI EN 16798-1:2019 |
Approccio prescrittivo (valori fissi di portata d’aria) | Approccio prestazionale (definisce gli obiettivi di qualità dell’aria, da raggiungere con vari metodi) |
Tabelle con portate d’aria minime standard in funzione della destinazione d’uso | Scelta flessibile tra 3 metodi progettuali basati su CO₂, inquinanti, o standard d’aria fresca |
Con la nuova norma, il progettista ha maggiore libertà e responsabilità nel trovare la soluzione più efficace ed efficiente per garantire il comfort.
2. Introduzione della qualità percepita e IEQ
La UNI EN 16798 introduce la classificazione IEQ – Indoor Environmental Quality, con 4 categorie di qualità dell’aria (da I ad IV). Questo:
- consente una progettazione personalizzata per uffici, studi, sale riunioni
- tiene conto del comfort percepito dagli occupanti, non solo di parametri fisici.
3. Focus su contaminanti specifici (CO₂, VOC, PM, umidità)
- UNI 10339 trattava genericamente l’aria viziata, senza riferimento diretto a specifici contaminanti.
- UNI EN 16798 considera in modo esplicito la necessità di controllare l’accumulo di CO₂, umidità, VOC e altri inquinanti.
Questo ha portato a un aumento dell’utilizzo di sensori intelligenti e sistemi di ventilazione controllata (es. VMC a portata variabile, gestione a zone, etc.).
4. Ambito applicativo ampliato e integrato
UNI 10339:1995 | UNI EN 16798-1:2019 |
Si applicava principalmente agli impianti aeraulici per il benessere termoigrometrico | È parte di una serie normativa che integra ventilazione, energia, comfort termico, illuminazione e acustica |
Questo consente una progettazione più completa e coordinata dell’edificio, in linea con le direttive europee sull’efficienza energetica (EPBD).
Le 4 categorie di qualità dell’aria interna (IAQ)previste dalla UNI EN 16798
Le categorie, indicate con i numeri I, II, III e IV, riflettono la percentuale di persone soddisfatte dalla qualità dell’aria percepita, in base a studi internazionali (come quelli di P. Ole Fanger).
Categoria | Definizione | Percentuale di occupanti soddisfatti | Destinazioni d’uso consigliate |
I | Alta qualità | ~95% | Sale operatorie, studi medici, biblioteche, ambienti con persone vulnerabili |
II | Buona qualità | ~80–90% | Uffici, scuole, aule riunioni, studi professionali |
III | Qualità accettabile | ~70% | Ambienti con occupazione moderata e presenza saltuaria (magazzini, archivi, locali tecnici) |
IV | Qualità minima accettabile | < 70% | Non raccomandata per occupazione continua – usabile solo in casi eccezionali |
Cosa cambia tra le categorie?
Ogni categoria comporta:
- diverse portate minime di ventilazione
- differenti livelli accettabili di CO₂ e inquinanti interni
- un impatto diretto sulla progettazione dell’impianto aeraulico
Esempio: un open space può essere progettato in Categoria II, mentre una sala riunioni poco usata può rientrare in Categoria III.
Come purificare l’aria in ufficio
L’ideale sarebbe progettare qualità dell’aria e comfort termoigrometrico prima di costruire, ma non sempre è possibile. La buona notizia è che si può comunque intervenire anche in seguito.
Il controllo della qualità dell’aria interna è un percorso in 3 tappe:
1 – gestire le fonti di inquinanti rimuovendole dall’edificio o isolandole dalle persone attraverso barriere fisiche o controllando i tempi del loro utilizzo;
2 – diluire gli inquinanti e rimuoverli dall’edificio attraverso la ventilazione meccanica;
3 – utilizzare la filtrazione idonea a pulire l’aria dagli inquinanti.
La ventilazione meccanica controllata (VMC) è la soluzione più idonea per farlo in quanto:
- assicura la corretta ventilazione (la ventilazione degli ambienti è corretta quando è costante e ininterrotta, così come è costante la formazione di aria esausta, umidità, condensa ecc.);
- filtra l’aria primaria immessa dall’esterno;
- gestisce automaticamente il ricambio d’aria.
I sistemi VMC Helty a doppio flusso con recupero di calore
- aspirano minuto per minuto aria viziata, allergeni, inquinanti, eccesso di umidità ecc. dall’interno;
- immettono costantemente aria dall’esterno dopo averla filtrata;
- sono dotati di recuperatore di calore entalpico a doppio flusso continuo controcorrente (trattengono il calore dell’aria interna aspirata per cederlo a quella immessa dall’esterno);
- offrono prestazioni di recupero termico e abbattimento acustico rigorosamente certificate.
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Vai alla scheda prodottoVMC, purificatore o piante mangia smog: vero e falso
Sfatare falsi miti o le ricette della nonna non è mai facile, ma qualcuno deve pur farlo.
Basta aprire le finestre per ricambiare aria? FALSO | Arieggiare ogni tanto non basta. Gli agenti inquinanti agiscono costantemente quindi anche il ricambio d’aria dev’essere continuo e ininterrotto per diluirli fino al punto di non essere più nocivi per la salute. Senza contare che aprire le finestre disperde energia e fa entrare aria non filtrata. |
Basta mettere un purificatore d’aria in ufficio per stare tranquilli? FALSO | Il purificatore d’aria lavora solo con il ricircolo della stessa aria: manca il vero ricambio di aria e la diluizione degli inquinanti. |
Se compro delle piante da ufficio che purifichino l’aria risolvo il problema? FALSO | Anche se è vero che da un lato le piante assorbono CO2, dall’altra gli studi dicono che siccome anche le piante respirano concorrono alla formazione degli eccessi di umidità. |
La VMC migliora la qualità dell’aria indoor? VERO | La VMC, se correttamente dimensionata e manutenuta, assicura la corretta ventilazione perché ricambia l’aria minuto per minuto. |
La VMC disperde energia? FALSO | Lo scambiatore di calore entalpico recupera il calore dall’aria estratta per trasferirlo all’aria immessa (recupero termico certificato sino al 91%). |
Il rumore della VMC può disturbare il lavoro? FALSO | I sistemi VMC ben progettati sono rumorosi quanto il fruscio di una foglia. |
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